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Piacere di conoscerti

Mi chiamo Ciro Nocerino, ho creato questo blog perché da sempre scrivo le mie impressioni sul mondo. Col tempo è cresciuta in me la stima pe...

Un bel manifesto creativo

In questi giorni, un incessante condanna verso la categoria dei Contenent Creator è stata emessa, quasi fosse una sentenza di tribunale, durante le indagini di un incidente tra giovani Youtuber su un SUV ed una utilitaria, dove una famiglia ha perso il bambino.

So che alcuni giornalisti, conduttori televisivi e radiofonici, si sono concessi il piacere di raccontare la categoria di cui faccio parte, come un comparto di persone disposte a tutto pur di guadagnare like, senza comprendere che anche questo è un lavoro di autoimprenditorialità, pari a quella di un qualsiasi artista di spettacolo televisivo, radiofonico o di altri settori (ricordo che per arte si intende tutto il creato).

Certamente esistono artisti disponibili a diffondere materiale al limite della decenza e anche oltre in alcuni casi (a mio avviso), ma questo spazio non rappresenta, per adesso la sede più appropriata a trattare personalità e documenti che ho trovato molto discutibili. 
Nel nostro paese, grazie alla costituzione, esistono personalità che si occupano di mettere ordine in ogni settore artistico.

Cavalcare l'onda facile del dissenso verso i recenti fatti, attrae facili numeri alti di visualizzazioni, facili commenti di sdegno e condivisioni altrettanti fulminei secondo qualsiasi logica di pensiero.

Adesso ci tengo a soffermarmi per un attimo all'atroce evento che ho iniziato a descrivere qualche rigo più su:
La rabbia dei genitori del minore, ora tra gli angeli è comprensibile e condivisibile.

Colpire mediaticamente, un mondo che lavora sui social network, dove ormai ci sono anche le stesse personalità che l'hanno criticato, quindi parliamo di account reali che fanno parte e guadagnano anche in questa nuova realtà comunicativa, mi sembra un po' paradossale, anche perché nessuno ha mai smesso di parlare del nostro popolo come povero e poco avvezzo al lavoro.

Eppure, girando il web, ho trovato famiglie intere che raccontando la propria quotidianità, stimolando qualche sana riflessione utile soprattutto alle nuove generazioni, sulla buona abitudine di rimboccarsi le maniche nel mare del dissenso, fino a trovare il vento favorevole che rinfresca le bracciate e allevia la fatica quotidiana del voler e dover emergere da disoccupazione, debiti, cassintegrazione, mobilità e part-time oppure evitare il rischio di essere costretti ad emigrare come hanno fatto i nostri predecessori, ormai un secolo fa.

Tra chi muove le critiche più incisive, ci sono anche coloro che riescono a mantenere il proprio posto di lavoro:
Uomini e donne che fanno turni importanti, spesso causa di crisi familiari per aver perso eventi importanti (argomento citato già nel film su Peter Pan interpretato dal meraviglioso ed immortale Robin Williams).

Ai genitori e figli manca crescere insieme, manca il guadagno della quotidianità, manca quel tipo di marginalità che fa bene al cuore.

Si dice sempre che la vita è una, eppure non si perde l'occasione di svilirne il suo senso sano dell'esistere.
Chi è imprenditore di se stesso, sui social, deve lavorare veramente molto, prima di pubblicare contenuti d'intrattenimento audiovisivo:

Tra la scrittura dell'idea, la sua fase realizzativa, dove spesso si rischia anche di sconvolgere in fase di lavorazione l'intero prodotto, si impiega un tempo imprecisato per mettere on line il concetto perfetto dell'intrattenimento, consentendo un buon patto tra il tempo trascorso per produrre e quello da dedicare a famiglia e amici. 

Il bello di questa passione (che non si può chiamare lavoro perché non è una fatica, tranne all'inizio forse per buttare giù le prime parole e i primi sorrisi in cam, con voce squillante) è quello di confrontarsi con colleghi come il PIT e Gianmarco Zagato che, creano insieme contenuti tipo "Eden" dove la sicura ispirazione arriva da prodotti televisivi e cinematografici come "Hunger games", facendo riflettere sull'insensata gara competitiva inserita nella vita di tutti i giorni, che si dissolve davanti all'ingegno e al gioco di squadra basato sull'emotività e sul senso dell'amicizia, che non conosce limiti e vincoli di marginalità affettiva.
Grazie per avermi letto.